Diamo una risposta ai principali dubbi e quesiti sul Regime Forfettario:
Il Regime Forfettario è un regime fiscale agevolato che prevede svariate semplificazioni.
Questo Regime è dedicato unicamente alle persone fisiche residenti sul territorio italiano e ha una durata indefinita, in quanto non sono previsti limiti temporali alla sua applicazione.
Il suo nome deriva dal procedimento di calcolo del reddito imponibile, esso viene determinato applicando una quota di costi forfettaria (coefficiente di redditività) direttamente al fatturato incassato anziché in maniera analitica (ricavi – costi).
Questa prima semplificazione rappresenta uno dei suoi principali vantaggi di questo Regime. Il rovescio della medaglia di tale vantaggio, però, è che nel Regime Forfettario non è possibile “scaricare” nessun costo, ad eccezione dei contributi previdenziali.
Vediamo qui di seguito i principali vantaggi di questo Regime agevolato:
Possono accedere al regime forfettario le persone fisiche che esercitano un’attività d’impresa, di arte o professione (incluse le imprese familiari). Sono escluse invece le società sia di persone che di capitali nonché le associazioni professionali.
Per aderire al Regime Forfettario è necessario non superare i seguenti limiti:
Le cause di esclusione dal Regime Forfettario che determinano la perdita delle agevolazioni e l’obbligo di passare al Regime Ordinario sono le seguenti:
La fuoriuscita dal Regime Forfettario avviene con tempistiche differenti in base alla tipologia di limite superato:
Per poter aprire una partita IVA con il Regime Forfettario basterà fare richiesta presso la sede competente dell’Agenzia delle Entrate e comunicare l’inizio della propria attività, entro 30 giorni dal primo giorno di lavoro.
La richiesta può essere fatta tramite il modello AA9/7, sia per i lavoratori autonomi che per le ditte individuali.
In linea generale, le tempistiche per i lavoratori autonomi si aggirano intorno alle 24 ore per l’apertura effettiva della partita IVA, mentre per le ditte individuali le tempistiche vanno dai 2 ai 7 giorni.
I Coefficienti di Redditività indicano la parte di fatturato incassato da considerare come Reddito Imponibile su cui calcolare l’imposta. Tale coefficiente viene stabilito su basi statistiche e, di fatto, definisce i costi che l’azienda detrae in automatico, a prescindere dalla realtà contabile.
Comprendere questo passaggio è fondamentale nel processo di analisi per valutare la convenienza o meno del Regime Forfettario.
Questi coefficienti variano in base all’attività svolta e al relativo codice ATECO.
La principale novità introdotta dal Regime Forfettario rispetto ai precedenti regimi fiscali agevolati riguarda proprio la modalità di determinazione del reddito da assoggettare a tassazione.
Il reddito da assoggettare ad imposta sostitutiva si calcola applicando ai ricavi e ai compensi percepiti nel periodo d’imposta il coefficiente di redditività che varia a seconda dei diversi codici Ateco.
Al Reddito Imponibile, detratti gli oneri previdenziali versati nell’anno di riferimento, si applica l’imposta sostitutiva.
Esempio:
Reddito Imponibile = Fatturato Incassato x Coefficiente di Redditività
Imposta = (Reddito Imponibile – Contributi Previdenziali) x Aliquota (5% o 15%)
Vediamo qui di seguito gli obblighi previsti dal Regime Forfettario:
Il Regime Forfettario non ha alcun limite riguardante le esportazioni, le importazioni e le operazioni intracomunitarie.
Nelle operazioni con l’estero scattano alcuni obblighi particolari:
I Forfettari possono avere dipendenti e assimilati per compensi totali fino a € 20.000,00 lordi l’anno, senza dover fuoriuscire dal Regime.
Anche per i dipendenti vigono particolari adempimenti che il Forfettario deve rispettare, legati alle ritenute applicate sul lavoro dipendente:
I contribuenti in Regime Forfettario, inizialmente esonerati, devono ora adempiere all’obbligo di fatturazione elettronica.
Nello specifico:
Per essere valide hanno quindi bisogno di riportare dei dati specifici:
Le fatture devono essere sempre numerate progressivamente.
Se l’importo della fattura è superiore a € 77,47 bisognerà applicare una marca da bollo da € 2,00, eventualmente addebitandone l’importo al cliente nella ricevuta stessa. La marca da bollo deve essere sempre con data precedente o al massimo uguale alla data di emissione della fattura.
Con la fatturazione elettronica, invece di applicare manualmente la marca da bollo, potrai compilare il contenuto del campo “Importo bollo” con il valore di € 2,00 e versare trimestralmente l’importo delle marche da bollo o tramite F24 o sul portale dell’Agenzia delle Entrate.
In caso di annullamento totale o parziale della fattura va emessa una Nota di Credito, un documento che è del tutto identico a una fattura ma che segue una numerazione a parte e storna (compensa o rimborsa) la fattura annullata. All’interno della Nota di Credito vanno inseriti gli estremi della Fattura che si vuole stornare.
Il Regime Forfettario è uno dei regimi fiscali più vantaggiosi in Europa ed è generalmente da preferirsi al Regime Ordinario.
I casi in cui tale Regime diventa meno conveniente rispetto al Regime Ordinario sono sostanzialmente:
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